Cinema

Cinque motivi per vedere Sulla mia pelle

Ci sono almeno cinque motivi per vedere Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. Questo film racconta gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi, il trentunenne romano arrestato, picchiato e lasciato morire mentre si trovava in custodia cautelare.

Solo grazie alla tenacia dei familiari, in particolar modo della sorella Ilaria, la vicenda Cucchi ha raggiunto una ampia copertura mediatica. Essa è diventata infine un film straziante, un pugno diretto allo stomaco di chi non ha mai dimenticato le fotografie del volto tumefatto di Stefano in obitorio.

Eppure i carabinieri che hanno massacrato di botte Cucchi  sono stati assolti. La condanna dei medici che hanno omesso il soccorso portandolo alla morte è stata sospesa. In mezzo silenzi, omertà, insabbiature. E una famiglia dilaniata dal dolore.

Per questo quello di Cremonini è un film necessario. Ecco quindi i cinque motivi per vedere Sulla mia pelle, presentato al festival del cinema di Venezia, prodotto da Lucky Red e distribuito da Netflix.

1 Verità, giustizia e dignità 

Questa pellicola ci permette di conoscere la storia di Stefano, di capire cosa è successo in caserma, in carcere e in ospedale, quando era nelle mani delle forze dell’ordine e dei medici.  Quando doveva trovarsi nei posti più sicuri del mondo e ci è morto dentro. Il film restituisce dignità a Stefano Cucchi e alla sua famiglia, dando visibilità a una vicenda che per anni si è cercato di insabbiare. Sulla mia pelle rende giustizia alla tenacia e alla resistenza di Ilaria Cucchi, pretendendo e diffondendo la verità.

2 Il dolore fisico

Percosso al corpo e al volto, lasciato agonizzante con due vertebre fratturate. Questo il destino di Stefano Cucchi, che ci viene restituito da immagini forti e strazianti. Il dolore fisico è palpabile, acuito dai primi piani su Cucchi-Borghi. I suoi sospiri, il suo rannicchiarsi sotto la coperta, il suo muoversi a fatica, la sua schiena rotta. Le inquadrature trasmettono alla perfezione il senso di solitudine e la paura che deve aver provato Stefano mentre soffriva le pene dell’inferno, mentre si avvicinava alla morte.

cinque motivi per vedere sulla mia pelle

3 Alessandro Borghi 

Alessandro Borghi, l’attore romano che interpreta Stefano Cucchi, ne veste i panni alla perfezione. La sua camaleontica trasformazione riporta alla mente le terribili immagini del volto tumefatto di stefano, i suoi trentasette chilogrammi di peso. L’interpretazione di Borghi è perfetta anche nel ricreare la cadenza e il tono arreso e impaurito di Stefano, come dimostra l’audio originale del processo per direttissima. Borghi è magro, emerge dalla penombra con un cruccio doloroso, si trascina e si distende con fatica, diventa Cucchi e ne trasmette la sofferenza fisica e psicologica.

4 Morti di stato e abusi di potere

La vicenda Cucchi ha riportato a galla numerosi episodi legati a morti di stato e abusi di potere in divisa. Da Carlo Giuliani alla carneficina della Diaz, da Aldrovandi a Sandri, da Uva a Ferrulli e molti altri. La lista di chi è stato fermato dalle forze dell’ordine o è stato portato in caserma senza rialzarsi più è purtroppo molto lunga. Forse è questo che spaventa chi sostiene che l’introduzione del reato di tortura in Italia “non consentirebbe alla polizia di fare il proprio lavoro.

5 Il cinema di denuncia ritrovato 

Il cinema italiano è in crisi ormai da anni, forse anche perché ha smesso di fare quello che facevano registi come De Sica (padre), Monicelli, Rosi, Fellini, Petri, Pasolini… Ma anche il contemporaneo Giorgio Diritti. Ha smesso di mantenere il contatto con la realtà, proponendo spesso prodotti scadenti e dal dubbio umorismo. Sulla mia pelle inverte la rotta, restituendo al cinema italiano il suo enorme potere comunicativo e documentaristico. Le immagini, i suoni, le inquadrature, i corpi tornano a essere strumento di denuncia e speranza di cambiamento.

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L’uomo che verrà, Giorgio Diritti, 2009

Questi sono solo cinque motivi per vedere Sulla mia pelle di Alessio Cremonini. Ma ci sarebbero altre decine di ragioni valide per farlo.

 

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