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Scozia on the road: Isola di Skye Glen Coe Dunblane Stirling Edimburgo

Giungiamo infine all’ultima parte del nostro bellissimo viaggio e di questo foto racconto della Scozia on the road: Isola di Skye Glen Coe Dunblane Stirling Edimburgo, dopo aver esplorato la costa est, il nord del paese e la costa ovest.

Sesto giorno

L’esplorazione dell’isola di Skye ha inizio dalla cittadina di Portree, le cui pittoresche casupole dipinte di bianco sono intervallate dai colori variopinti del porticciolo.

Proseguiamo lungo la costa orientale, dalla quale possiamo ammirare l’Old Man of Storr, una formazione rocciosa di 50 metri che si erge a nord di Portree, meta di escursioni e camminate.

La tappa seguente è il bellissimo punto panoramico di Kilt Rock: una imponente scogliera ospita una cascata che ne percorre tutta l’altezza per gettarsi poi nel mare. Restiamo un’altra volta senza parole di fronte allo spettacolo della natura.

Stanche dopo aver percorso il tragitto più lungo di tutta la vacanza, decidiamo di appoggiarci nuovamente a un campeggio, questa volta a Staffin. I simpatici proprietari ci mettono in guardia dagli sciami di midges, terribili moscerini assetati di sangue in grado di causare punture molto fastidiose. Ma noi siamo attrezzate.

Settimo giorno

Ci alziamo di buonora per esplorare il Quiraing, una zona selvaggia disseminata di colline, loch (laghi), montagne e formazioni rocciose dall’aspetto sinistro.

 

Dopo qualche miglio raggiungiamo il castello di Dunvegan, un maniero privato dagli enormi giardini. Purtroppo il biglietto di ingresso non è compreso nel nostro Explorer Pass, ma decidiamo comunque di visitarlo, nonostante il prezzo eccessivamente alto (ben 14 sterline a testa). Il castello non si rivela essere all’altezza delle nostre aspettative: ne abbiamo visitati decisamente di più belli!

Interessanti però alcuni degli oggetti presenti nel castello, come per esempio gli antichissimi libri della collezione della famiglia MacLeod, la scacchiera e l’orologio d’oro

Particolari anche la Dunvegan Cup, la coppa di Dunvegan, passata anche per le mani di Walter Scott, che ne interpretò erroneamente l’incisione in latino, e la pesante spada di famiglia, fantastico esemplare perfettamente conservato.

Molto ben curati gli ariosi giardini, ricchi di una interessante varietà botanica

La prossima tappa è l’incantevole punto panoramico di Neist Point, dove un faro – in apparenza abbandonato e inaccessibile al pubblico – domina le scoscese scogliere e i prati verdi.

Costrette dai tempi stretti ad abbandonare l’isola di Skye, raggiungiamo Fort William, incontrando un forte temporale sulla strada, forse la prima vera pioggia scozzese da quando siamo partite. La pioggia incornicia il Ben Nevis: con i suoi soli 1345 metri è la montagna più alta di tutto il Regno Unito.

Decidiamo di accamparci poco oltre Fort William e troviamo un parcheggio affacciato sul lago che fa al caso nostro e che si rivelerà essere punto di sosta di numerosi altri viaggiatori oltre a noi. Come sempre il tramonto tardivo porta con sé la magia di colori argentati.

Ottavo giorno 

Si riparte alla volta di St Conan’s Kirk, attraversando l’imponente Glen Coe. Il maltempo contribuisce a conferire un alone gotico a questa meravigliosa località in cui si alternano pascoli, roccia e laghi.

La chiesa si presenta come un pastiche postmoderno ma allo stesso tempo affascinante. Realizzata dall’architetto (autoproclamatosi tale) Walter Douglas Campbell, la struttura unisce svariati stili, dal romanico, al gotico, al normanno. Particolari gargoyle dalle sembianze di coniglio fanno capolino e pesanti, quanto probabilmente inutili, contrafforti “sorreggono” la facciata laterale che dà su Loch Awe.

L’interno non è meno strambo: una commistione di stili, muovendosi tra i quali si può trovare anche un microscopico ossario contenente un ossicino di re Robet the Bruce.

Proseguiamo il nostro viaggio verso la Cattedrale di Dunblane, nei pressi di Stirling. L’ingresso all’edificio è gratuito e consente di esplorare la struttura gotica della chiesa. La torre del campanile, l’elemento più antico della cattedrale, è stata edificato nell’undicesimo secolo, per poi essere ristrutturato in età vittoriana.

Dirigendoci verso Stirlinig, scorgiamo la torre gotica del Wallace Monument, dedicata all’eroe nazionale William Wallace, condottiero di guerre di indipendenza che ispirò il film Braveheart. Attorniata da corvi gracchianti, la torre ha un costo piuttosto elevato e decidiamo di non salire le sue migliaia di gradini.

Stirling è ormai alle porte e la prossima tappa è proprio la chiesa di Holy Rude, luogo in cui fu incoronato re Giacomo VI, figlio di Maria Stuarda.

Dopo una passeggiata per il borgo e la cittadella, nonostante la fiumana di gente ci avventuriamo alla conquista del castello di Stirling. Costruito tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo, l’edificio era una delle residenze della famiglia Stuart.

Stanche e con l’energia agli sgoccioli, decidiamo di appoggiarci a un campeggio anche questa notte. Scegliamo il Witches Craig e ci godiamo la quiete di questa tranquilla oasi verde attorniata da animali e colline, nonché dal Wallace Monument. Questa sarà l’ultima notte passata in compagnia del nostro fedele compagno di viaggio Volkswagen.

Nono giorno

Restituiamo il minivan e riceviamo la brutta conferma: il pagamento del danno allo specchietto è a carico nostro.

Ripartiamo un po’ sconsolate verso l’ultima tappa del nostro viaggio in Scozia on the road: Edimburgo. Decidiamo di alloggiare in uno studentato a pochi passi da Holyrood Park, dal Parlamento scozzese e dall’inizio del Royal Mile. Il prezzo è basso rispetto al resto delle strutture, ma le camere non offrono granché e oltretutto sono eccessivamente calde a causa dell’assenza di ricircolo di aria, dovuta alle pesanti porte antincendio.

Iniziamo a visitare Edimburgo percorrendo il famigerato Royal Mile, sul quale si alternano vari artisti di strada e suonatori di cornamusa…

… E scopriamo che la città si sta preparando ad accogliere il Pride!

Visitiamo la cattedrale di St Giles, che risale al quindicesimo secolo, ampiamente restaurata nei secoli a venire. La chiesa fu roccaforte della Riforma e John Knox predicò anche qui. Bellissima la cappella del Cardo.

Procediamo verso il castello, facendoci largo tra la folla. Diventa alquanto difficoltoso riuscire a scattare delle fotografie carine, il castello è letteralmente preso d’assalto.

 

Qui assistiamo al tradizionale cambio della guardia

 

Decidiamo di cenare al Regent Pub, che annovera opzioni vegetariane, vegane e senza glutine nel suo menu. Io azzardo a un piatto tipico rivisitato in chiave vegana (il burro in foto era opzionale): il celebre haggis. La versione con i legumi al posto delle interiora di agnello e lo stomaco di pecora è decisamente più affine ai miei gusti!

Decimo giorno

La mattina del decimo e ultimo giorno la trascorriamo a Leith, la periferia portuale di Edimburgo. Ingannate dalle foto viste online, facciamo decisamente una pessima scelta: Leith è priva di attrattiva.

Torniamo verso Holyrood Park, dove pranziamo con un panino e ci stendiamo al sole, in attesa di prendere il taxi per l’aeroporto. Scopriamo che il nostro volo è in ritardo e continua a essere ritardato di ora in ora, finché non ci troviamo sole in un aeroporto deserto. Finalmente dopo tre ore e mezza di ritardo partiamo alla volta di Malpensa, mettendo piede in casa soltanto alle 4 di mattina.

Un viaggio indimenticabile che ci ha consentito di esplorare e di innamorarci di una terra incantevole, sia dal punto di vista paesaggistico, sia dal punto di vista storico e architettonico.

La Scozia è un luogo unico, assolutamente da visitare almeno una volta nella vita… Con la promessa di ritornarci ancora, ancora e ancora. 

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