Serie TV

Elisabeth Moss, maschilismo e maternità nelle serie TV

Adoro Elisabeth Moss e la sua espressività. In particolar modo l’ho amata in Mad Men, Top of the Lake e The Handmaid’s Tale. In queste serie tv l’attrice californiana ricopre ruoli diversi fra loro, ma tutti accomunati da alcuni elementi. Elisabeth Moss, maschilismo e maternità nelle serie TV è il filo rosso che ho individuato e tracciato all’interno di questo articolo.

1. Il maschilismo come norma societaria

Che si tratti degli Stati Uniti degli anni Sessanta, dell’Australia contemporanea o di un futuro prossimo distopico, i personaggi interpretati da Elisabeth Moss si muovo all’interno di una società profondamente maschilista. Da questo punto sono partita per tracciare il legame tra  Elisabeth Moss, maschilismo e maternità nelle serie TV .

Peggy Olson - Mad Men

In Mad Men Peggy Olson è una giovane creativa che tenta di sfondare nel mondo della pubblicità durante il boom economico nordamericano. Ma la vita di una copywriter donna in un ambiente in cui la creatività è appannaggio esclusivamente maschile non è facile. Costantemente emarginata e ridicolizzata, la sua opinione è considerata irrilevante e l’ostilità da parte della Sterling Cooper nei suoi confronti è palpabile.

Come del resto non è facile ricoprire il ruolo di detective in Top of the Lake, soprattutto dopo essere stata stuprata a sedici anni e aver dato alla luce (e poi in affido) il frutto di una violenza sessuale. Anche in questo caso il contesto in cui agisce Robin Griffin è ostile, profondamente misogino, violento e abusante. Nonostante Jane Campion sia un filo melodrammatica, il quadro che ci presenta è fin troppo realistico e la violenza sessuale è uno schema comportamentale reiterato.

L’apoteosi si raggiunge infine con The Handmaid’s Tale, in cui le donne fertili che abitano un terrificante futuro distopico vengono identificate, prelevate e costrette a diventare “ancelle” sessuali di ricchi padroni, le cui mogli sono diventate sterili.

La struttura societaria è basata su una teocrazia patriarcale, in cui il genere femminile regredisce allo stadio di vacca da monta, lo stupro da parte dei padroni è un diritto e la manipolazione e la privazione di libertà della donna sono un dovere regolamentato per legge. Le donne non possono più avere un nome proprio – vengono infatti identificate con il nome del loro padrone -, lavorare né avere proprietà di alcun tipo.

2. La gravidanza

Questo è il secondo, palese elemento che accomuna tutti i personaggi di Elisabeth Moss citati finora. Un punto strettamente collegato al primo, oltretutto, dal momento che in tutte e tre le serie tv gravidanze e figli sono in qualche modo frutto di una violenza o di un atteggiamento abusante.

Peggy Olson dà alla luce il bambino dell’inconsapevole Pete Campbell, suo collega. Pete è un perfido arrivista che non si risparmia commenti acidi sull’aspetto fisico di Peggy, considerandola inferiore a lui in quanto donna e in quanto semplice segretaria (il primo incontro intimo tra i due si svolge infatti prima della promozione di Peggy a copywriter).

Ma si sa, chi disprezza compra. Una notte Pete si presenta ubriaco a casa di Peggy, assicurandosi un rapporto sessuale con lei, che, ingenua e speranzosa di migliorare la propria posizione lavorativa, è fragile e facilmente manipolabile.

Robin Griffin - Top of the Lake

Come già accennato, anche Robin in Top of the Lake rimane incinta in seguito a uno stupro di gruppo da parte di tre uomini. Robin vive una gravidanza tormentata, che la porterà a dare in affido la propria bambina, il cui doloroso ricordo è troppo lacerante. Ma l’ossessione per la fertilità e la maternità che accomuna Top of the Lake e The Handmaid’s Tale si ritrova anche nella trattazione del dibattuto tema della maternità surrogata.

In The Handmaid’s Tale la gravidanza si trova al centro dell’intera vicenda: fertilità e maternità costituiscono il motore stesso degli eventi, sia prima dell’affermarsi del governo totalitario, sia in seguito. Ma non mi dilungo troppo su questo onde evitare di rovinarne la visione.

3. Il difficile rapporto con i figli

Non desiderati, desiderati ma portati via, ricordo doloroso o gioia strappata all’amore materno, i figli sono un punto centrale del filo rosso che sto tracciando. In un modo o nell’altro, il rapporto con loro è sempre estremamente complesso.

Peggy non desidera il bambino che dà alla luce, rimane scioccata alla notizia di una gravidanza non voluta e decide di darlo in affido.

Robin fa la stessa cosa, cercando di togliersi il ricordo di Mary dalla testa, per poi cercarla di nuovo dopo 17 anni, desiderosa di conoscerla e di instaurare un rapporto con lei.

Offred è invece costretta a separarsi dalla figlioletta Hannah per diventare un’ancella e dare alla luce i figli del suo padrone. Ma il ricordo di Hannah è vivido e permette a Offred di non farsi schiacciare.

4. La messa in discussione della donna come madre

Che la donna sia e debba essere madre è un’idea diffusa e spesso ci si interroga sul perché una donna senza figli abbia preso questa decisione, come se suonasse “innaturale”, addirittura indelicata.

Ciò che accomuna le tre serie tv è un elemento profondamente rivoluzionario in questo senso, a parer mio, ed è proprio la messa in discussione dell’ingerenza sociale – che più o meno inconsapevolmente assimiliamo – dell’essere madre.

Peggy non vuole figli, il suo obiettivo è la carriera, la sua passione il mondo della pubblicità. Peggy è una donna creativa che faticosamente costruisce la propria emancipazione e libertà e lo fa anche rifiutando di essere madre a tutti i costi.

Robin è una madre che non ha scelto di esserlo ma a cui è stato imposto un ruolo che non ha ancora deciso se le appartiene o meno. Il suo atteggiamento nei confronti di Mary è inconstante ma affettuoso. Mary non è stata voluta, su questo non ci piove. Tutto ciò che ne consegue è la difficoltosa costruzione di un rapporto sicuramente non tradizionale, che sfata il mito della donna “naturalmente” madre.

Offred - The Handmaid's Tale

Lo stesso si può dire del concetto che sta alla base di The Handmaid’s Tale. La maternità non è più una scelta, ma un obbligo dettato dalla società. La sterilità, non solo fisica ma soprattutto mentale e affettiva, la fa da padrona. Essere madre diventa un processo automatizzato finalizzato alla riproduzione. E basta solo questo per mettere in discussione la concezione stessa della maternità tradizionale.

Per concludere

Che altro aggiungere se non il fatto che Elisabeth Moss riesce a interpretare magistralmente i tre ruoli, dando una continuità tematica alle tre serie tv? La Moss ci consente di attraversare gli anni, muovendoci tra passato, presente e futuro. Ci dà inoltre la possibilità di interrogarci su temi attuali quali la genitorialità, la violenza sessuale, il mobbing, la disparità di genere, la maternità surrogata e i ruoli di genere.  

Le connessioni tra Elisabeth Moss, maschilismo e maternità nelle serie TV vogliono essere quindi uno spunto di riflessione su questioni attuali e oltremodo urgenti. 

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