I miei scritti

Perdonare un tradimento: come porto le mie corna

In perdonare un tradimento: come porto le mie corna condivido con voi cosa significa avere le corna. E soprattutto come ho imparato a portarle con orgoglio.

Sto per entrare nel settimo anno di relazione con la persona che mi ha tradito. Ricordo come se fosse oggi che quando ci incontrammo dissi a questa persona che avrei accettato tutto nella vita di coppia, ma non un tradimento. Un po’ perché lo avevo già subito una volta, anche se ero solo una ragazzina. Un po’ perché sono un Leone e i leoni sono orgogliosi. Io sono orgogliosa.

Ma con il tempo, dopo questo tradimento, ho imparato a lasciarlo andare l’orgoglio, perché altrimenti ti si avvinghia ai piedi come un’alga avvolgente e ti porta in profondità. Non capisci più cosa vale la pena costruire, cosa vale la pena perdonare. Vivi nel rancore e vivi male.

Perdonare un tradimento

Quindi ho perdonato. E’ stata una scelta difficile, ero ferita nel profondo, ma penso sia stata anche la mia esperienza di attivista a farmi capire che avrei potuto fare un passo indietro. Facendo l’attivista ho imparato a confrontarmi con persone che hanno un’idea di coppia e di amore diversa dalla mia, a capire che la monogamia a volte è una scelta obbligata che ti costringe in un soffocante costrutto di pensieri e comportamenti che danneggiano te e il partner.

Certo, il consenso è fondamentale. Non avevo ovviamente dato il mio consenso a una relazione estranea alla nostra coppia. E’ successo e basta, non c’è stato un previo dialogo o un accordo in merito. E ritengo che in fondo il poliamore non faccia per me, almeno per il momento. Eppure conoscere questo mondo mi ha aiutato a sopportare meglio quanto mi era capitato. A volte infatti assumiamo dei comportamenti tossici nei confronti del partner, pretendendo che il nostro assetto di valori faccia automaticamente parte anche dell’altra persona. Anteponiamo il nostro ego orgoglioso e sovraccarico di necessità e bisogni di conferme al benessere di coppia. Ma ci interroghiamo mai su quali sono i nostri comportamenti sbagliati?

Relazioni patriarcali

Lungi da me giustificare un tradimento, ma mi sono spesso fatta questa domanda quando è capitato e ho trovato tante risposte. La gelosia, l’ossessività, il considerare l’altro come una nostra proprietà, la rabbia, le liti, il mancarsi di rispetto, far sentire l’altro in una gabbia di cui si è persa la chiave, l’incomunicabilità, quando la quotidianità diventa un macigno sul petto e le notti insieme sono talmente fredde che nemmeno il calore dei corpi che si incontrano può mitigarle. E così è successo.

Credo fermamente che tutto ciò sia uno schema reiterato di relazioni patriarcali nocive. Viviamo in un costrutto di coppia antico, tradizionale, in cui si è abituati ad annullarsi per il partner. O a farsi annullare dal partner. Pensiamoci bene: non siamo forse circondati da modelli di relazioni di questo tipo? Ne vediamo in famiglia, tra amici, in TV. Le relazioni patriarcali fanno parte di noi, talmente tanto da essere state assimilate anche da coppie non eterosessuali, che ne reiterano il modello malsano basato su una suddivisione stereotipata in performance di genere.

Come è successo

La cosa terribile è che è successo con una persona di cui mi fidavo, che faceva attivismo con me, che stimavo. In una sera tutto è crollato, il mio sistema di valori, la fiducia in me stessa, la mia autostima. E poi sono iniziate le bugie, che ho scoperto grazie all’intervento di terzi, perché probabilmente ero talmente innamorata da non accorgermi nemmeno di quello che avevo sotto gli occhi e continuamente mi veniva celato dalla persona che amavo. Ero talmente sicura del mio rapporto da non vedere che mi si stava sgretolando tra le dita. Il caffè è diventato un bacio. Il bacio è diventato fugaci incontri sessuali, complicità, ascolto, cura. Quella cura che io non riuscivo più a dare alla mia persona.

Ho scoperto tutto a rate, perché non c’era mai verità in quel che mi veniva raccontato. L’ho sempre scoperto da altri e ogni giorno che passava, a ogni notizia che mi arrivava e mi apriva gli occhi, il mio cuore si spezzava sempre più, stretto in una morsa di dolore e disperazione incontenibili.

Credo ci si senta proprio così quando si viene traditi: annientati, annullati, ma allo stesso tempo alimentati da una rabbia cieca e inspiegabile che dilania.

Dalla rabbia alla ricostruzione consapevole

Avrei voluto picchiare, urlare, devastare, distruggere. Ma ho trovato in me la forza di affrontare tutto questo in modo maturo, facendo una analisi approfondita di me stessa e dei miei sbagli. Incontrando le persone interessate e chiedendo loro perché. E poi ho ricostruito, mattone dopo mattone.

E’ stato davvero difficile ripartire da zero, perdonare e smettere di provare rancore, ma sono felice di averlo fatto e di esserci riuscita. Complice di questo successo è stato anche appurare quale fosse il livello di disperazione di partner e amante. Substrati di insicurezze e tormenti derivati da mancanza di autostima, sublimati da tentativi costanti di apparire ciò che non erano. Vestiti di marca, abiti e capigliature eccentrici, scarpe alte per dissimulare la mancata accettazione di sé. Quando non amiamo noi stessi in fondo non amiamo nemmeno gli altri perché cerchiamo in continuazione in loro la disperata consolazione del nostro ego affranto. Penso che a tutto questo ci sia una cura e sia lavorare su se stessi invece di scegliere la soluzione più facile alla propria vulnerabilità.

Si può perdonare un tradimento con le corna?

La fiducia è stata forse la cosa più complessa da ricostruire e lo è tuttora. Dopo un tradimento nulla è più come prima: si cresce.

Sono cresciuta nella gestione lucida dei miei rapporti, dove ora alla parte più emotiva faccio prevalere quella razionale. La gelosia è nettamente diminuita, la mia autostima paradossalmente raddoppiata, ora credo in me e nelle mie capacità di gestire situazioni complicate, posso contare emotivamente su me stessa, senza dipendere da un’altra persona, prendendo il meglio da quella persona, di conseguenza. Non sono più ossessiva, non ingabbio più la persona che amo e quindi sono più libera anche io, perché ho abbandonato i miei vincoli liberando la mente da pensieri negativi, ansie e paure, psicosi da abbandono e incertezze.

Mi rendo perfettamente conto che se è successo una volta può benissimo ricapitare, ma non mi importa. Non mi importa perché sto bene con me stessa e se dovesse ricapitare semplicemente ricostruirei le mie relazioni altrove in tranquillità. Il dolore ci sarà, sarà forte dopo 7 anni di relazione: ma i tradimenti fanno parte della vita, non si possono controllare e ho deciso di mettermi il cuore in pace su questo. E da quel momento vivo meglio.

Perdonare un tradimento: come porto le mie corna

Prima parlavo di orgoglio e porto il mio palco di corna con un certo orgoglio oggi, perché mi ha aiutato a crescere, a costruire una relazione più sana e a vincere tante insicurezze personali. Perdonare un tradimento e le rispettive corna è possibile. A volte necessario. Imparare ad accettare le proprie fragilità e comunicarle al partner è altrettanto possibile e a volte necessario. Il consenso è una forma di amore, prima ancora che di rispetto di se stessi e degli altri.

2 commenti

  • Anonima

    “Ho scoperto tutto a rate, perché non c’era mai verità in quel che mi veniva raccontato. L’ho sempre scoperto da altri e ogni giorno che passava, a ogni notizia che mi arrivava e mi apriva gli occhi, il mio cuore si spezzava sempre più, stretto in una morsa di dolore e disperazione incontenibili.”

    Sono d’accordo sull’esperienza di crescita, sono d’accordo che la parte più difficile da ricostruire sia la fiducia. Perdono ogni giorno me stessa e il mio partner per il tradimento subito, ma non riesco ad oggi a 3 anni di distanza, a trovare giustificazione a questo atteggiamento del mio partner e della persona con cui mi ha tradito, e non trovo un senso al vortice di rabbia pesante che ti tira per terra appena scopri da altri le verità a rate. È questo preciso elemento secondo me che sgretola la fiducia. Perché la bugia o il non detto si può perdonare e tollerare, ma ad oggi non perdono l’impalcatura di mezze verità e correzioni e revisioni della versione dei fatti che mi è stata data in complicità da entrambi. Credo di essere forse gelosa, più dei corpi e dei sentimenti, di quella complicità.

  • Marina

    Una testimonianza non scontata, non romanzata, una narrazione diversa dalle solite colpevolizzazioni esternalizzanti della persona che ha tradito. Un messaggio di maturazione personale, introspezione e autodeterminazione nel rispetto di sé e dell’altr*.
    Grazie Laura

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