Dove ha origine il tartufo?

Ermes D'amico
2025-08-11 14:11:19
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: 9
Il tartufo ha origini antichissime e nasce in determinate regioni italiane.
Per conoscere le aree in cui cresce, è necessario distinguere il tartufo in due tipologie diverse: il tartufo bianco e il tartufo nero.
Il primo nasce principalmente in specifiche zone del Piemonte, soprattutto ad Alba, la città che con il tempo è stata riconosciuta come la capitale del tartufo bianco.
Il tartufo nero trova il suo habitat principalmente nelle regioni del Centro Italia.
Ed è proprio in queste zone che il tartufo viene raccolto e lavorato per portarlo sulle tavole degli italiani e oltre i confini nazionali.

Nicoletta Coppola
2025-08-11 12:58:31
Numero di risposte
: 9
Il tartufo è un frutto della terra conosciuto sin dai tempi più remoti.
Le prime testimonianze scritte risalgono al 1600-1700 a.C circa.
Per molto tempo i naturalisti si scontrarono sulla sua classificazione: per molti era un’escrescenza del terreno, per altri una pianta, per altri ancora un animale.
Il tartufo era molto apprezzato dai Romani che però molto probabilmente il loro “tuber terrae” non era il nostro profumatissimo tartufo bensì la “Terfezia Leanis” o specie simile.
Le Terfezie, con un’intensità d’aroma non certo paragonabile al tartufo italiano, erano molto abbondanti e venivano raccolte in nord Africa e Medio Oriente.
I poeti spiegarono l’origine del prezioso fungo come un frutto di un fulmine scagliato in prossimità di una quercia da Dio Giove.

Annalisa Giordano
2025-08-11 12:36:20
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: 11
Il tartufo ha origini antichissime.
Basti pensare che alcuni studiosi ritengono che questo raro prodotto della terra era già conosciuto, e consumato, al tempo dei Sumeri e dei Babilonesi.
Il tartufo, in latino denominato terrae tuber o semplicemente tuber, era molto apprezzato a tavola dagli antichi Romani che avevano copiato l’uso culinario dagli antichi Etruschi.
Anche i greci usavano il tartufo nella loro cucina, come dimostrato dal filosofo Plutarco di Cheronea che tramandò l’idea che il raro e pregiato fungo nascesse dalla combinazione di alcuni elementi naturali come acqua, calore e fulmini.
Il poeta Giovenale secondo il quale l’origine del tartufo si deve ad un fulmine scagliato dal padre degli dei, Giove, in prossimità di una quercia.
Il tartufo veniva considerato altamente afrodisiaco, un’altra leggenda narra che il tartufo fu dedicato dai pagani alla dea Venere.
Nonostante il prezioso fungo fu trattato da studiosi, filosofi e poeti, l’origine del tartufo non fu mai stabilita.
La scarsissima conoscenza unita alle credenze popolari, fece pensare del tartufo come un’escrescenza degenerativa del terreno e nel corso degli anni come cibo del diavolo o delle streghe.

Prisca Negri
2025-08-11 11:40:01
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: 10
Il Tartufo è un fungo ipogeo, nasce cioè sotto terra e cresce vicino alle radici di alcuni alberi, molto comuni nel nostro territorio, come ad esempio le Querce, i Noccioli, i Pioppi, i Tigli.
I tartufi vengono trovati in zone libere, per esempio nei boschi, nelle pinete, lungo il bordo dei campi e delle strade, ma anche in zone controllate chiamate “tartufaie”, ovvero terreni in cui vengono piantate particolari tipi di piante micorrizzate.
Geograficamente, il testo non specifica dove si trovano i Tartufi.

Eleonora Carbone
2025-08-11 10:22:56
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: 5
I primi a portare in tavola il tartufo, secondo recenti fonti storiografiche, furono i Babilonesi prima e i Sumeri in epoca successiva.
Possiamo dunque datare al 3.000 a.C. la scoperta di questo pregiato fungo ipogeo e il suo contestuale utilizzo in cucina.
Nella Naturalis Historia, l’erudito latino Plinio il Vecchio sosteneva che il tartufo, a quel tempo definito tuber, fosse un prodotto miracoloso della natura in quanto nasce e cresce senza radici.
Nello stesso secolo, il filosofo greco Plutarco di Cheronea riportò l’idea che il prezioso fungo nascesse dall’azione combinata dell’acqua, del calore e dei fulmini.
Questa fantasia ispirò il poeta romano Giovenale, che attribuì la nascita del tartufo ad un fulmine scagliato da Giove in prossimità di una quercia, albero sacro al signore degli dei.
Il legame con Giove, personaggio che nei miti brilla per una prodigiosa attività sessuale, spinse il medico Galeno ad affermare che il tartufo possieda qualità afrodisiache.
All’epoca imperiale risale pure il De re coquinaria del cuoco Apicio il quale, tra lodi al prezioso tuber e ricette varie, ricordava che Nerone definì il tartufo “cibo degli dei”.
Le notizie sull’uso culinario del tartufo si fanno più consistenti dal Rinascimento in avanti.
È noto che nel Settecento i tartufi piemontesi erano apprezzati al punto che i Savoia li utilizzavano come “dono diplomatico”, inviandoli presso tutte le corti europee.
Al Settecento risalgono anche i primi studi scientifici.
Fu il medico torinese Vittorio Pico, nel 1788, a definire il pregiatissimo tartufo bianco Tuber Magnatum, ovvero “tartufo dei potenti”.
Da qui deriva il nome botanico Tuber Magnatum Pico.
Il tartufo bianco d’Alba ha acquisito fama internazionale grazie a Giacomo Morra, fondatore di Tartufi Morra e ideatore della Fiera del tartufo d’Alba.
A lui, che nel 1933 il giornale londinese The Times definì “Re dei Tartufi”, si deve l’idea di regalare, ogni anno, una grande “trifola” a uomini potenti di tutto il mondo o ad artisti famosi.
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