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Come posso addestrare il mio cane a cercare tartufi?

Nathan Verdi
Nathan Verdi
2025-08-16 20:01:16
Numero di risposte : 11
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Prima di iniziare vogliamo fare una premessa: tutti i cani sono potenzialmente dei cercatori e non esiste un’unica razza specifica per la cerca. Ovviamente la struttura corporea deve essere consona al mestiere: meglio un cane di taglia piccola o media, snello e agile, adatto ad affrontare i pendii più impervi ed i sentieri scoscesi. Passiamo al dunque: quando si inizia l’addestramento? Sicuramente prima incominciamo più il nostro cucciolo avrà possibilità di diventare il re dei tartufi. Consigliamo a partire dallo svezzamento di far giocare il neonato con palline e oggetti cosparsi di qualche goccia di olio al tartufo in modo tale da abituarlo sin dall’inizio al rapporto tartufo-gioco. Con il passare dei giorni incominceremo a portare il cane in spazi aperti avendo l’accortezza di lanciare la pallina in aree erbose, aiuole, siepi dove il cucciolo sarà costretto a utilizzare l’olfatto per tenere traccia dell’oggetto e ritrovarlo senza problemi. Ogni volta è importantissimo gratificarlo con una crocchetta o con qualche scaglia di tartufo nero senza eccedere però con le porzioni. Un’altro aspetto fondamentale sarà la vostra partecipazione al gioco: ripetendo ad esempio la parola “cerca !” nel momento in cui il cucciolo sta fiutando la pallina, vi consentirà di impartirgli, almeno gradualmente, il comando fondamentale. Man mano che il cane migliora dovrete rendere sempre più difficile l’esercizio, per esempio sotterrando l’oggetto sotto delle foglie o uno strato di terra: a quel punto il cane inizierà, come si dice in gergo, a “raspare”. Se arrivate a questo punto il cane avrà ottime possibilità di cavare il primo tartufo fresco della sua vita. Il passaggio successivo consiste nella ripetizione quotidiana dell’esercizio: una volta che il cane risponderà perfettamente ai vostri comandi potete iniziare ad allenarlo all’interno di boschi naturali. Un attrezzo fondamentale che sarà di grande aiuto a voi e al vostro cane è il bastone: esso indicherà al vostro amico dove cercare e stabilirà un contatto diretto fra voi e l’animale. Una volta che lo punterete sulla zona in cui avete nascosto il tartufo, il cane imparerà a fidarsi di voi e, una volta fiutata la traccia, comincerà a scavare e a trovare l’oggetto nascosto. Ricordate: premiatelo sempre e non siate troppo esigenti. Ci vogliono pazienza e tempo.
Romolo Damico
Romolo Damico
2025-08-08 08:40:39
Numero di risposte : 11
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L'addestramento del lagotto può cominciare già a sessanta giorni, badando a trasformare il lavoro in gioco, senza che il cucciolo si senta sotto pressione. Si comincia lanciando un contenitore con dei pezzi di tartufo. Quando il cucciolo prende il contenitore e lo porta al richiamo dell’addestratore, questo deve premiarlo con bocconcino, dirgli BRAVOOO… e con le carezze, mostrandogli quanto il comportamento sia apprezzato. Dopo il lancio del contenitore nel cortile, si prosegue con il lancio di questo in mezzo all’erba alta, per poi nasconderlo dietro qualche ostacolo e infine sottoterra. L’importante è che si proceda per gradi, senza mai passare al grado superiore prima che sia stato bene appreso il passaggio precedente. In circa tre mesi di lavoro il cane sarà in grado di scavare il tartufo. Il passaggio successivo è quello di portare il Lagotto in tartufaie naturali e farlo lavorare non più su tartufi (o simili) nascosti da noi, ma solo su ciò che il naso permetterà di trovare. Per ottenere un lagotto bene addestrato alla ricerca e alla “forata” si considera mediamente necessario un periodo di tempo di lavoro di dieci-dodici mesi. E’ certo che un notevole numero di questi cani arriva al vertice delle capacità di lavoro a circa due anni e mezzo di età, cioè quando raggiunge la stabilità caratteriale ed esprime il massimo delle sue qualità. E’ bene che ad addestrare il cane sia solamente una sola persona e che questa sia la stessa che il cane vede come riferimento principale, cioè quella persona a cui riconoscere una posizione dominante e che lo accudisce, instaurando un rapporto di fiducia reciproca e dipendenza.