Cosa mangiano gli italiani per Natale?
Carla Martini
2025-08-29 18:24:29
Numero di risposte
: 13
Partiamo dalla Vigilia di Natale, il tipico cenone della Vigilia è caratterizzato da piatti a base di pesce.
I piatti più diffusi sono il capitone, i gamberi, le insalate di mare e il baccalà.
E naturalmente non possono mancare le fritture come le olive all’ascolana e le frittelle!
Anche il pranzo del 25 dicembre è ricco di piatti tipici e saporiti, ma a base di carne.
Uno dei piatti più rappresentativi è il cappone ripieno, un pollo farcito con carne, uova, formaggio ed erbe aromatiche.
In alcune regioni del sud, come la Campania, si preparano le classiche lasagne, mentre al nord e centro Italia, in particolare in Emilia Romagna e nelle Marche, i piatti simbolo delle festività sono i tortellini o cappelletti in brodo, una pasta ripiena con la forma di un piccolo cappello.
Salendo ancora verso Nord arriviamo in Piemonte dove invece il piatto tradizionale del Natale è il bollito in salsa verde, ma anche il vitello tonnato e l’insalata russa.
Ma cosa non può mancare nella tavola di Natale in Italia sono naturalmente i dolci, cioè Pandoro e Panettone!
Nayade Silvestri
2025-08-22 03:07:22
Numero di risposte
: 11
La lasagna è il piatto che più spopola a Natale. Il panettone si classifica al secondo posto. Al terzo posto troviamo un altro primo, tipico della cucina emiliana, i tortellini. L’anguilla è il secondo piatto natalizio preferito dagli italiani. Come antipasto non possono mancare salumi e formaggi. Al sesto posto, troviamo un altro antipasto, le tartine. All’ottavo posto troviamo la zuppa. Solo nono posto, invece, per il secondo dolce simbolo del Natale, il pandoro. Prima di chiudere con il dolce perché non concedersi un po’ di frutta secca? Completano la classifica le lenticchie.
Giacomo Giordano
2025-08-18 06:19:21
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: 11
Lenticchie consumate tradizionalmente durante il cenone di Capodanno, insieme all’immancabile cotechino, non sono solo un piatto tipico della tradizione, ma anche una pietanza beneaugurante. Il tipico “piatto forte” da accompagnare alle lenticchie sono alimenti consumati soprattutto tra Natale e Capodanno. Un piatto consumato nei giorni di festa fin dal Medioevo, per via dei suoi ingredienti ricchi e raffinati e tipicamente mangiato in brodo come primo piatto natalizio sono i tortellini.
Sono i dolci tipici delle feste: il veronese Pandoro, soffice e morbido, o il milanese Panettone, con uvetta e canditi sono i dolci classici che chiudono i pasti del periodo di Natale e Capodanno. Altri dolci tipici di questo periodo, consumati a fine pasto insieme a cioccolata, pandori e panettoni, sono a base di miele e zucchero, farciti poi con mandorle, ma anche con noci, arachidi, nocciole. Liquore all’uovo dal gusto intenso e particolare, lo zabaglione viene consumato principalmente nel periodo natalizio, soprattutto a fine pasto.
Ogni fine anno se ne consumano milioni di ettolitri di spumante o champagne. Soprattutto in alcune regioni l'antipasto presenta tanti alimenti tipici come una vasta selezione di salumi, della zona ma non solo. Uno dei piatti più diffusi è sempre l’arrosto di cappone ripieno. I piatti a base di pesce vengono consumati soprattutto durante il cenone della Vigilia, ma possono anche costituire un’ottima base per il cenone di Capodanno.
Nayade Rinaldi
2025-08-05 03:52:18
Numero di risposte
: 13
Da Nord a Sud, i piatti della tradizione natalizia italiana sono diversissimi.
Un mix di sapori così vari che danno vita a una tavolozza di gusti coloratissima.
Sono diversi così come lo sono i momenti in cui si festeggia: al Centro e al Sud, infatti, la grande festa è il Cenone della Viglia, mentre al Nord è d'obbligo il pranzo del 25.
E ci sono anche regole precise per quanto riguarda il che cosa mangiare: il 24 sera è opportuno preparare una cena di “magro”, solitamente a base di pesce, mentre a Natale si può dare libero sfogo alla fantasia (e via libera anche alla carne).
Tratti comuni non mancano: dalla frutta secca ai panettoni.
Una delle specialità valdostane che si mangia per la festa di Natale è la carbonade, carne di manzo cotta nel vino rosso; vanno poi molto anche i crostini al miele, da condire con salumi di capra o pecora essiccate e aromatizzate.
In Piemonte non è Natale senza gli agnolotti e il gran bollito misto, condito con le salsine tra cui il bagnet ross e verd.
Ravioli, verdi o di carne, e cappon magro, piatto di verdure e pesce, troneggiano invece sulle tavole liguri: e se in Lombardia, a sorpresa, uno dei piatti più tradizionali è l'anguilla cotta al cartoccio, in Veneto si mangia la polenta con il baccalà e il lesso con le salse.
In Friuli si va di brovada e muset, una zuppa di rape e cotechino, con la polenta, e poi trippa con sugo e formaggio e il cappone.
Tortellini e passatelli, rigorosamente in brodo, tagliatelle e lasagne, ma anche tortelli di zucca e alle erbette, e prosciutto e culatello: è l'Emilia Romagna, patria della buona cucina soprattutto a base di carne.
Anche se ci sono delle eccezioni: come Modena, dove si mangia pesce, soprattutto conservato.
Lì si gustano gli spaghetti con tonno, sgombro, acciughe e pomodoro, ma anche il baccalà in umido o fritto.
E il baccalà è protagonista anche nelle tavole della vigilia nel Lazio, dove abbonda anche il fritto misto di verdure e il capitone.
A Roma, alla Viglia, non può mancare la minestra di pesce o la pasta e broccoli in brodo di arzilla.
Brodo di cappone, spaghetti alle vongole, friselle, cappone imbottito con insalata di rinforzo e poi struffoli, roccoccò e frutta secca: è la Campania, che si presenta in grande per le feste di Natale.
Pesce, carne e verdure non mancano nemmeno in Basilicata, Calabria e Puglia.
Nella prima, per le feste si mangia la minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle.
La Calabria sfoggia salumi, dalla pancetta al capicollo, dalla soppressata alla salsiccia, e poi spaghetti con mollica di pane e alici e capretto o pesce stocco accompagnati con broccoli calabresi saltati.
In Sardegna si possono assaporare i culurgiones de casu, che sono ravioli ripieni con sugo di pomodoro, e poi gli immancabili malloreddus, gnocchetti di semola al sugo di salsiccia.
Insalata di arance, aringa e cipolla, cardi in pastella, gallina in brodo, pasta con le sarde e beccafico imperano invece in Sicilia.
Si fa anche lo sfincione, una pizza tipica a base di cipolla, che si abbina ai cardi in pastella e alla gallina in brodo.
Tanti i dolci: dai buccellati alle cassate e cannoli.
Gabriella Pellegrino
2025-08-05 00:09:11
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: 14
Pasta fatta in casa, minestre, verdure, carne o pesce: la famiglia riunita per il cenone della Vigilia e per il pranzo del 25 ama gustare i piatti di una volta, quelli che preparavano le nostre nonne e che si tramandano da madre in figlia. Anche se ogni regione ha un proprio menù, vari cibi, pur con qualche variante, sono consumati in diverse località.
In Emilia Romagna, a Natale non può mancare un buon piatto di tortellini con la classica sfoglia all’uovo, ripieni di carne e cotti in brodo di cappone. La lasagna è un piatto che a Natale è scelto da numerose famiglie, in ogni angolo della Penisola. Il baccalà è consumato in numerose regioni nel cenone del 24 dicembre ed è preparato in moltissimi modi. È preparato in moltissimi modi: fritto in Lazio e Campania, in umido in Puglia, lesso in Basilicata, con uvetta, origano, pinoli e noci in Molise, con la polenta in Veneto. L’abbacchio è un agnello cotto in forno con olio, aglio, salvia, rosmarino e vino bianco, servito con una crema di aglio, acciughe, aceto di vino bianco e olio. Il cappone è diffusissimo sulle tavole natalizie dell’Italia settentrionale e centrale, ripieno in Lombardia e Toscana, bollito in Umbria e Liguria, arrosto in Piemonte e Marche. Immancabile nel menù della Vigilia in Molise il capitone, cucinato in umido, con alloro e aglio, in Campania e Lazio, dove nonostante il suo elevato contenuto di grassi è fritto e servito caldissimo. Diffusa nel Friuli Venezia Giulia, è la brovada e muset, una pietanza a base di rape bianche macerate per novanta giorni nella vinaccia e poi cotte con il loro liquido, alloro e con un soffritto di aglio, lardo e rosmarino che accompagnano il musetto, caratteristico cotechino friulano formato dalle parti della testa del maiale, tra cui il muso. Il cavolfiore è protagonista del cenone della Vigilia nel Lazio, dove è consumato in pastella, e in Campania, come ingrediente della cosiddetta “insalata di rinforzo” insieme a olive nere, capperi e “papaccelle” (peperoni piccoli sott’aceto).
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