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Qual è il terreno ideale per i tartufi?

Vania De rosa
Vania De rosa
2025-08-18 00:27:04
Numero di risposte : 5
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Ma come deve essere il terreno per i tartufi? In linea di massima, dovrebbe essere friabile e ben areato, libero da sassi e radici grosse, particolarmente calcareo, privo di ristagni idrici e con un PH compreso tra 7 e 8. Ogni varietà di tartufo, però, ha il suo terreno preferito: per iniziare una coltivazione di tartufo, quindi, bisogna prima capire se il terreno è adatto a ospitare i tartufi e, nel caso, di quale tipo. I tartufi che si coltivano più spesso e che danno risultati migliori sono, in ordine di diffusione, lo Scorzone, il Nero Pregiato e il Bianchetto. Il Nero Pregiato predilige i terreni sabbiosi o brecciosi; lo Scorzone, invece, ama i terreni argillosi e mediamente compatti. L’importante, però, è la percentuale di calcare contenuta nel terreno: è il calcare, infatti, a permettere un buon sviluppo del tartufo e in base alla percentuale contenuta, si decide che tipo di tartufo piantare.
Antonietta Barone
Antonietta Barone
2025-08-09 05:01:46
Numero di risposte : 14
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Il terreno ideale per i tartufi è condizionato dalla disponibilità di terreni di proprietà e dalla vocazione del suolo. I principali parametri da considerare nella valutazione del suolo sono: granulometria o tessitura, pH, calcare attivo e totale, CSC, sostanza organica, rapporto C/N, potassio e fosforo scambiabile. I terreni non devono mai essere soggetti a regolare ristagno d’acqua o troppo aridi: le condizioni ottimali sono rappresentate da un’aridità stagionale interrotta da piogge primaverili ed estive. In tartuficoltura, soprattutto nelle tartufaie coltivate, è fondamentale poter simulare delle piogge in periodi ben precisi con l’ausilio di un’impianto d’irrigazione artificiale, meglio se per microaspersione, scartando la goccia. L’irrigazione resta comunque una pratica necessaria e soprattutto ci permette di poter garantire e simulare una piovosità ottimale per singola specie garantendo quindi una produzione anche in annate sfavorevoli dando una produzione di tartufi di maggiori dimensioni e di maggiore qualità.
Nazzareno Lombardo
Nazzareno Lombardo
2025-08-09 02:30:24
Numero di risposte : 11
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Il terreno deve avere le caratteristiche adatte per favorirne la fase di resistenza e di fruttificazione. I terreni di origine marina e non lacustre sono da preferirsi, probabilmente perché questi ultimi sono caratterizzati da una maggior compattezza e da un grado di alcalinità generalmente inferiore. I depositi alluvionali del quaternario sono normalmente caratterizzati da una minor capacità di ritenzione idrica. I terreni con scarso orizzonte superficiale, quindi tipicamente le zone geologiche ‘a Macigno’, non sono vocati per la produzione dei Tartufi come il Bianco Pregiato o il Nero Liscio. Il terreno deve poi essere sufficientemente ‘sciolto’ per due motivazioni: permettere la fruttificazione che avviene sempre e comunque in ambiente aeròbico e opporre una minor ‘resistenza’ alla fase di crescita del tartufo. I terreni favorevoli al tartufo sono mediamente alcalini. Il terreno adatto al Bianco Pregiato sarà più sciolto e profondo, quello adatto al Nero Pregiato sarà invece più sassoso e ricco di scheletro, in ogni caso senza lettiera e/o humus. Un terreno sufficientemente ‘sciolto’ permette la fruttificazione che avviene sempre e comunque in ambiente aeròbico. Deve essere compreso entro determinati valori, tendenzialmente alcalini. Il PH del terreno deve essere compreso entro determinati valori, tendenzialmente alcalini. Prendendo a spunto il lavoro della Regione Toscana ‘Ecologia delle Tartufaie di Tartufo Bianco Pregiato in Toscana’, si sono ottenuti ottimi risultati sovrapponendo le zone tartuficole censite sulla Carta Geologica disponibile in scala 1:10000 sul sito della stessa Regione.
Maria Barbieri
Maria Barbieri
2025-08-09 00:23:06
Numero di risposte : 12
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Il terreno ideale per i tartufi è caratterizzato da una vegetazione molto rada o quasi assente e l’ombreggiamento del suolo è assai imitato. Nei pianelli sono quasi sempre presenti una trentina di specie erbacee di piccola taglia e tali da far apparire il terreno quasi privo di vegetazione. La specie arborea più frequente responsabile della formazione dei pianelli è la roverella. Il terreno si trova soprattutto negli altopiani, nei pianori cacuminali o nelle pendici dei versanti. Il pianello si trova vicino a piante isolate o a filari di querce negli ex coltivi, nelle radure di boschi piuttosto dove il terreno, povero di arbusti e di cotica erbosa, è bene illuminato e riscaldato dal sole. E’ una specie alquanto esigente nei confronti delle condizioni ambientali per cui va coltivata solo nei terreni idonei, dopo aver effettuato l’analisi del terreno dei diversi orizzonti pedologici, e in aree dove il tartufo si raccoglie allo stato spontaneo evidenziando un clima idoneo. L’altitudine è compresa tra 100 metri s.l.m. nelle zone più settentrionali, ai 1000 metri s.l.m. nelle zone più meridionali. La pendenze e l’esposizione possono variare da un ambiente all’altro, anche se sono prevalenti le esposizioni a sud e ovest.