Come si trovano i tartufi senza cane?

Gerardo Lombardo
2025-08-16 17:59:18
Numero di risposte
: 13
E' assolutamente vietato ricercare tartufi senza cane.
Il territorio, ovviamente, va lasciato in maniera impeccabile, ovvero senza rifiuto, non deturpato o inagibile.
Per limitare i danni al territorio, lo stato ha imposto la raccolta dei tartufi con un vanghetto per evitare di fare buche troppo ampie e larghe.
In caso di cane femmina, nel periodo del ciclo è bene evitare di uscire alla ricerca per non confondere gli altri cani con gli odori dei feromoni.
Ogni volta che il si scava per raccogliere il tartufo, è bene riempire nuovamente la buca con la stessa terra.

Maria Barbieri
2025-08-09 13:56:10
Numero di risposte
: 12
Il tartufo, sia bianco sia nero, è una “spia ecologica”, nel senso che in ambienti inquinati o utilizzati per coltivazioni intensive non può svilupparsi.
È un prodotto naturale che si può raccogliere ovunque, ad eccezione dei terreni recintati o recanti l’insegna “Proprietà privata”.
Allo stato naturale il tartufo nasce ai margini dei boschi, in radure più o meno ampie o ai bordi delle strade di campagna, comunque non lontano dagli alberi con cui vive in simbiosi, ad una profondità di 10÷20 cm.
Il terreno che preferisce è fresco e umido, di natura sedimentaria marnoso-calcarea, a un’altitudine media di 700 metri.
L’area tartufigena può essere pianeggiante o inclinata, dev’essere bagnata da piogge primaverili ed estive, vicina a corsi d’acqua su fondi valle, ma senza ristagni.
Poiché il tartufo tende a crescere ogni anno negli stessi posti, la ricerca avviene prevalentemente di notte o all’alba;
in tal modo i cercatori più esperti mantengono la segretezza dei luoghi.
Il miglior cane da tartufi è il cosiddetto “bastardino”, definito tabui in dialetto piemontese.
Non tutti i cani diventano bravi cercatori di tartufo: occorre che abbiano un olfatto particolarmente sviluppato, come i cani da caccia.
Ogni soggetto dev’essere pazientemente addestrato da un maestro esperto.
Oltre al bastardino, le razze più adatte sono il lagotto, lo spinone e il bracco.
L’addestramento e la ricerca avvengono seguendo un rito che coinvolge il cercatore di tartufi ed il suo cane con criteri di amicizia e di obbedienza al tempo stesso.

Marcello Bruno
2025-08-09 13:44:58
Numero di risposte
: 8
Come capire se ci sono tartufi? Innanzitutto, devi essere in grado di individuare alberi potenzialmente micorrizici da tartufo. L’unico indizio che puoi usare è l’erea bruciata. Questo termine si riferisce semplicemente all’erba secca giallastra attorno all’albero come reazione alla micorrizzazione del fungo. Tuttavia, non è alcuna garanzia che questa area bruciata non sia stata causata da un altro fungo micorrizico. Ma è un buon segno!
Passaggio 1: individua alberi con potenziale senza cane.
Passaggio 2: identifica i punti interessanti con la mosca. Una volta che sei su un albero “bruciato”, ora devi identificare una mosca! Ma non uno qualsiasi! È necessario identificare una mosca del tartufo. La mosca del tartufo deporrà le sue uova sopra il tartufo. Così, quando atterra, sarai in grado di identificare le aree di interesse e perché no scoprire un bel tartufo proprio sotto.
Dovrebbe essere notato che questa pratica viene eseguita nella stagione calda, quando il vento è assente e i tartufi sono maturi. Se queste condizioni non sono soddisfatte, la mosca del tartufo potrebbe disorientarsi e non riuscire più a trovare i tartufi.
Non è utile salire troppo in quota per trovare i tartufi. Consigliamo anche di cercare in pianura piuttosto che a media quota. Se devi ricordare un ordine di grandezza, evita di cercare il tartufo sopra 1000 m.
Tartufi amano i terreni argillosi e calcarei.
Per convalidare la natura calcarea del suolo in natura, basta evitare i terreni dove sono presenti molte felci.
La felce infatti ama i terreni acidi, e se ci si imbatte in molte felci significa che il terreno è troppo acido per i tartufi.
Ora che ne sai di più sulla natura del suolo, vediamo quali specie possono aiutarti a trovare i tartufi: querce, pioppi, noccioli, tigli, carpini, pini neri d’Austria…

Terzo Palmieri
2025-08-09 09:17:51
Numero di risposte
: 10
Bisogna chiarire fin da subito che la cerca del tartufo senza i cani si rivolgeva soprattutto ai tartufi neri, che prosperavano in sabbie ed in strati del terreno molto superficiali. Nelle sabbie la ricerca avveniva sondando il terreno con un bastone, come si fa per la ricerca delle vittime delle valanghe. Su terreni più consistenti si approfittava dell’osservazione del cosiddetto “pianello” o “bruciata”, zona caratterizzata dall’assenza di erba o ancora dalla presenza di alcuni tipi di mosche che parassitano il tartufo deponendovi le uova. Il cercatore locale, conoscitore dei posti, si presentò da solo, senza cane. Alle mie domande, rispose che non c’era affatto bisogno del cane. Arrivati sul sito il cercatore iniziò ad esaminare il terreno e non tardò a ritrovare numerosi tartufi neri. Non osai chiedergli come facesse ma, osservando attentamente le caratteristiche dei punti di ritrovo, non tardai a capire la sua tecnica e, con sua preoccupazione e malcelato disappunto, cominciai a ritrovarne qualcuno.
La cerca del tartufo senza cani è stata preceduta dall’utilizzo del maiale che, allo stato libero, ricerca il tartufo per nutrirsene. L’osservazione di tale propensione è stata la molla che ha innescato l’idea di utilizzare questo animale per la ricerca. Secondo alcuni studiosi l’impiego del maiale sarebbe iniziato nel Medioevo, secondo altri risalirebbe a qualche secolo prima.
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